Lui & Lei
Halloween

01.12.2019 |
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"Lui ebbe un fremito, stava per muoversi e prendere iniziativa quando lei lo anticipò infilandoselo tutto in bocca per succhiare profondamente, muovendo su e giù la testa..."
Il bnb era originale e confortevole, una piccola mansarda in centro. Alla loro stanza si accedeva tramite una scaletta del cortile interno che giungeva in un piccolo terrazzino dove si affacciavano altre 2 stanze.Arrivarono, sistemarono i bagagli e si fermarono a fumare una sigaretta sulle poltroncine di vimini del terrazzino comune, godendosi il fresco tramonto sui tetti.
"Dai facciamoci la doccia e prepariamoci, che la festa comincia fra un'ora".
Asia e Dario si conoscevano dal liceo, erano appassionati di cosplay e viaggiavano per partecipare agli eventi più disparati, comprese versioni horror per Halloween.
Confezionavano da soli i loro costumi, impiegavano mesi per curarne ogni dettaglio e riscuotevano sempre grande successo, compiacendosi dell'ammirazione altrui.
Ed era forse l'unico modo che era rimasto loro di godere, perché nella loro vita sessuale non impegnavano la stessa passione e lo stesso interesse dei costumi. Consumavano i loro incontri più per forzata e doverosa abitudine che per reciproco piacere.
Mentre condividevano il bagno per prepararsi sentirono arrivare nella stanza adiacente altri ospiti, li sentirono bene, perché poco dopo aver chiuso la porta e commentata la stanza fecero scricchiolare il letto ben bene, e a ritmo di versi inequivocabili, tanto che i due ragazzi si guardarono e risero insieme dall' imbarazzo. Poi le risate si smorzarono restarono ancora un po' a guardarsi seriamente negli occhi, per poi contemporaneamente distogliersi entrambi.
Dario fece scivolare lo sguardo: Asia aveva un bel seno, valorizzato da una piccola pancetta che si armonizzava perfettamente con le curve un po' abbondanti dei fianchi, quei fianchi che Dario avrebbe voluto stringere mentre la sbatteva ben bene da dietro...ma cosa stava pensando... Lei si stava infilando il vestito, dovevano truccarsi e andare.
Asia cominciò ad abbottonarsi gli stivaletti, abbassandosi, porgendo pericolosamente il di dietro al suo compagno, sperando di provocare in lui un brivido, come quelli che le stavano solleticando il basso ventre ora che stava immedesimandosi nella ragazza della stanza accanto, che sentiva ansimare sempre più freneticamente. Chissà quale tipo di attenzione stava ricevendo al suo partner, qualcosa di assolutamente travolgente, e decisamente crescente...
La visualizzò sul letto, completamente nuda, costretta a gambe aperte da un uomo imponente che la sovrastava al centro, con una grande mano che le stringeva un seno, penetrata da un membro grosso che la riempiva e spingeva, lento ma deciso, mentre l'altra mano le solleticava il clitoride. Chiuse gli occhi e si toccò, proprio nel momento in cui l'altra donna rilasciava un sospiro orgasmico prolungato,
Si voltò, temendo di essere stata sorpresa a fantasticare sull' altrui piacere, quasi sperando di incrociare uno sguardo d'intesa con Dario. Ma dietro di lei non c'era piu nessuno. Dario era uscito dal bagno cominciato a percepire uno strano movimento là sotto. Non riusciva a controllare le pulsazioni, e non voleva nemmeno...semplicemente non voleva farsi vede da Asia in questo stato, che avrebbe pensato? Eccitarsi perché altri scopano come animali... Lui, che l'aveva sempre toccata come fosse di cristallo, lei, lei che non aveva mai azzardato una parola sconcia.... Il loro era un amore puro, pulito, canonico. Si amavano così, per quello che erano, e il sesso era solo una piccola parte della loro intesa. Avevano scoperto quale posizione permetteva loro di raggiungere un timido e sicuro orgasmo quasi simultaneo, e ogni sabato mattina si dedicavano rispettosamente a questa pratica.
Si guardò allo specchio della camera, controllò che Asia non lo vedesse e liberò dagli slip il suo amico irrequieto: si era ingrossato ben bene e una timida gocciolina di liquido lubrificante faceva capolino sulla punta. Per un attimo si immaginò la sua Asia bella, nuda, vogliosa, in ginocchio di fronte a lui, mani legate dietro la schiena, tirare fuori la lingua e raccogliere quella gocciolina lucida, guardarlo in faccia, sorridergli sorniona, leccarsi i baffi e avventarsi senza ritegno sul suo cazzo duro, facendolo sparire tutto fino alle palle...mmhhh...poteva sentire il movimento del collo e la voracità della sua bocca, assecondare perfettamente i tempi della sua voglia per fargli un pompino come avrebbe sempre voluto ma mai osato chiedere. In quel momento se lo strinse nella mano e accennò un movimento, ma senti sopraggiungere la sua ragazza dal bagno e, rimesso l'amico nelle mutande, si apprestò a infilarsi i pantaloni.
Scesero la scaletta, girarono un paio di vicoli e si ritrovarono immersi in una bolgia di personaggi variopinti dove il loro stile horror steampunk comunque, li distingueva, e per qualche ora non fecero altro che pavoneggiarsi a farsi fotografare.
Quando un gruppo di ragazzotti circondarono Asia per una foto, il mondo divenne ovattato e lontano, cominciò a barcollare e per non cadere si appoggiò al ragazzo dietro e con le mani si aggrappò ai pantaloni di quelli ai lati, imbarazzandosi per aver percepito le loro intimità. Si riprese quasi subito e finse di essere inciampata nei vestito. Dopo la foto un ragazzo le baciò la mano e le sfiorò il braccio. E lei si sentì avvampare. Si guardò attorno e vide Dario cingere i fianchi di 2 ragazze e il calore aumentò.
Non le era mai successo.
Si guardava attorno e il suo sguardo catturava solo immagini che la turbavano: uomini seminudi, donne con décolleté eccessivi, movenze provocanti, la vista di un semplice bacio la incendiava. Scambiò queste sensazioni per sbalzi di pressione e disse a Dario di voler tornare in stanza, insistendo per non essere accompagnata, gli disse semplicemente che non era il caso che lui si guastasse la festa.
"ok, ma vedrai che non tardo molto, sono un po' stanco anche io"
Si salutarono e Asia cominciò a girovagare cercando di orientarsi fra vicoli e persone.
Dario la vide allontanarsi a zig zag, e mentre la seguiva con lo sguardo si mise le mani nelle tasche dei pantaloni e un piccolo oggetto seghettato e freddo lo fece sobbalzare: la chiave! Cercò di raggiungerla, ma la folla lo tratteneva, non sarebbe stato facile...
Asia intanto lottava per districarsi in quello che a lei sembrava il girone dei lussuriosi: ovunque girasse lo sguardo vedeva corpi provocanti, gesti sconci, atteggiamenti equivoci, tutti rivolti a lei...e a cui non avrebbe opposto molta resistenza... Si appoggiò un paio di volte al muro per non finire a terra. Raggiunse il cortiletto dopo un tempo che a lei parve esagerato, salì ansimando le scalette, col basso ventre che le pulsava e la testa che girava e quando raggiunse il terrazzino le sovvenne di non avere la chiave. Camminò verso la porta di sinistra e spinse la maniglia sperando in un miracolo: sì! Era aperta! Dario era probabilmente riuscito a raggiungere la camera prima di lei, del resto aveva un buon senso dell'orientamento, sapeva muoversi agilmente fra la gente e premuroso com'era aveva sicuramente pensato di raggiungerla al più presto.
Entrò insieme a uno spiraglio di luce che illuminò una forma già addormentata nel letto. Asia non ebbe il coraggio di accendere la luce né di svegliarlo. Chiuse la porta, si slacciò gli stivaletti, si sfilò l'abito e l'aria fresca della sera la fece rabbrividire. Ma dentro bruciava. Né l'aria, né l'acqua potevano spegnere quella voglia che la stava torturando dal pomeriggio.
Vedere quella forma inerte nel letto la eccitò ulteriormente, e zittita la sua parte di brava ragazza, liberò la pantera fino allora ingabbiata.
Salì sul letto nuda a cavalcioni sull'uomo e gli mise una mano ferma sulla bocca.
Il buio irreale della stanza le diede il coraggio di parlare:
"Sshh, non dire niente, o rovinerai tutto"
Lui si svegliò, ma non disse niente. Tirò fuori le mani dalle coperte e gliele appoggiò sulle braccia.
"Ho voglia. Ho una voglia che non mi da pace. Ho voglia, come non ho mai avuto voglia prima. Ho bisogno di lasciarmi andare, dire cose, fare cose che...non avrei mai immaginato. Non dire niente."
L' ingrossarsi del pene di lui sotto le coperte, ad ogni parola che diceva, la inebriava, e la bagnava.
E scatenò la bestia.
Lei gli prese le mani e gliele accompagnò sopra la testa, percorse il suo corpo con dita vogliose fino alle lenzuola che fece frusciare fino ai piedi, poi risalì le gambe fino al bacino e si appropriò del membro eretto con entrambe le mani, lo menava con lentezza come a esplorarlo, poi se lo mise fra i seni.
Quando non riuscì piu a resistere si avvicinò con le labbra. Lui poteva sentire il fiato di lei sulla cappella, poi una lingua calda e umida cominciò a seguire la linea dall' orifizio giù fino alla base, e poi su, più avvolgente, a leccare tutto attorno al glande. Lei si stava appassionando a quel pene grande e ben eretto, lo toccava e leccava come fosse la prima volta, dedicandosi ad ogni centimetro, soffermandosi con la punta della lingua a solleticare il frenulo. Lui ebbe un fremito, stava per muoversi e prendere iniziativa quando lei lo anticipò infilandoselo tutto in bocca per succhiare profondamente, muovendo su e giù la testa. Quando giunse alla punta ruotò la lingua e le labbra insalivate attorno al glande, poi scese fino alla base spingendoselo tutto fino alla gola.
Aumentò il ritmo, portandogli respiro e pulsazioni al limite, poi rallentó, affievolì la presa, tolse la bocca. Lasciò spaziare le mani sulle gambe di lui, gli toccò gli addominali, si stupì di un fisico più massiccio del solito.
La eccitava avere in pugno la situazione, la rendeva potente e piena di sé.
Il respiro di lui era rallentato, il fisico si era rilassato. Il pene era ancora dritto.
Con una mano si toccò fra le gambe: era bella umida, si scostò le labbra e si penetrò appena, con 2 dita raccolse un po' di umori e si sorprese quando senza pensarci troppo se le portò alla bocca per leccarsele e abbassarsi subito dopo a baciare il suo uomo. Fu un bacio impetuoso, infuocato, che accompagnò una penetrazione inaspettata. Lei si erse ad amazzone e cominciò a cavalcare con foga, inarcando la schiena per offrirsi tutta. Lui le afferrò i seni ballonzolanti, li palpava con mani calde, stringeva i capezzoli turgidi fra le dita. Fu una cavalcata prolungata e liberatoria, lei cominciò a gemere senza ritegno, trasportata dal piacere, poi rallentó, si abbassò, scivolò con i suoi seni contro il petto di lui, le loro mani si congiunsero sopra il cuscino, la bocca ancora ansimante di lei raggiunse l'orecchio e con un filo di voce timido ma deciso disse: "Prendimi dietro...Voglio...che me lo metti nel culo...e mi scopi".
Poi si girò, si appiattì sul davanti e gli offrì un bel culo vergine e fremente.
Non lo avevano mai fatto, era eccitata, era pazza di desiderio, era decisa a darsi completamente senza inibizioni quella notte.
Lui si mise in ginocchio dietro di lei, si abbassò per passarle una lingua lunga e sottile fra i due buchetti.
Lavorò ancora con una mano per preparare l'ingresso, lubrificò, fece scivolare dentro un dito. Lei ansimava, contraeva, si rilassava, e si sporgeva.
Lui mise due dita.
Lei gemette, e si sporse più indietro.
Lui ci infilò solo il pollice, mentre con le altre dita solleticava il clitoride e portava un po' di liquidi sull'orifizio. Appoggiò la punta e cominciò a spingere: quando tutta la punta fu nell' interno umido e stretto sentì uno spasmo e il passaggio si strinse ancora, ma lei non si tolse, si appoggiò e aspettò. Lui entrò ancora di più, delicatamente. La ragazza gemette, lui arretrò, lubrificò, avanzò, la trattenne per i fianchi e cominciò a muovere il bacino: spingeva e arretrava, spingeva ed entrava sempre un po' di più. Lei stringeva le lenzuola con le mani, ed assecondava i suoi movimenti.
I due corpi sudavano e godevano in perfetta sintonia, al ritmo crescente delle spinte, fino a un profondo e conclusivo affondo. L'orgasmo arrivò inaspettato, simultaneo e prolungato.
Lui si lasciò andare sul letto, lei rimase distesa, a occhi chiusi, col basso ventre che palpitava. La sua mente si staccò dal corpo per un tempo impreciso e fece un viaggio sensoriale. Quando si riprese aveva bisogno di aria fresca, si coprì col vestito, infilò gli stivaletti senza allacciarli ed uscì sul pianerottolo.
Era tornata quella di sempre, la belva affamata di sesso non era più in lei, se ne era andata portando via la sua dignità, lasciandole un grande vuoto. Seduta sulla poltroncina di vimini, a guardare le stelle, provò disagio per quello che aveva fatto, e pianse fino ad addormentarsi.
Si svegliò quando sentì una mano calda che le massaggiava la schiena, poi vide un viso, due occhi preoccupati e una voce dolce che la chiamava: "Mi dispiace per quello che è successo, scusami. Vieni dentro, dài."
Si riprese, Dario la aiutò ad alzarsi, cercò di baciarla sulla fronte ma lei si distolse e senza parlare si diresse verso la porta della stanza. Lui deglutì e si trattenne da esprimere qualsiasi altro pensiero, forse non era il momento, dopo quello che era aveva fatto.
Asia era sconvolta e assorta, le ronzavano le orecchie e quasi dormiva in piedi, era ferma come un automa davanti alla porta quando si sentì dire: "Ehi, che fai li davanti, la nostra stanza è questa."
Si girò: Dario stava inserendo la chiave nella porta centrale, lo vide girare la chiave, spingere la maniglia ed entrare in quella che era la loro camera.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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